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lunedì 3 dicembre 2012

Nuovo liceo


Sono stata bocciata l'anno scorso.
Ho cambiato scuola e la cosa non mi è dispiaciuta affatto. Tutt'altro.
Mi sono lasciata alle spalle i professori e i compagni con cui condividevo la classe da 4 anni. 4 anni e mai, una sola volta, mi sono minimamente sentita legata a uno di loro.
Ora non li sento più, né per telefono, né per chat. Come se non fossero mai esistiti.
Mi sono isolata al punto da rifiutare qualunque contatto. Non so  perché.  Sono semplicemente un'asociale del cazzo, ecco cosa sono.
 In classe ho sempre allontanato da me tutti quanti.
C'era un ragazzo Marco, ricordo che mi avevo chiesto più di una volta di andare al cinema insieme. Mai accettato. Dario che mi invitava alle feste nel weekend; Giacomo mi chiamava al suo compleanno. E alla fine si sono stancati dei miei rifiuti e hanno smesso di chiamarmi. 
Non ho mai incontrato nessuno di loro al di fuori delle mura della scuola.

Cavolo, mi sembra di ricordare un'altra vita, è come se fossero passati secoli dall'ultima volta che ho messo piede nel mio vecchio liceo.

Ora sono nella nuova scuola. Non capita a tutti la possibilità di ricominciare da zero. Io l'ho avuta. Posso essere chi voglio ora, nessuno mi conosce.
Cerco di tenermi meglio, vestendomi con più cura, cerco di mostrarmi sorridente e sicura di me, parlo e rido spesso: sto recitando, e spero solo di farlo bene.


Era partita bene la cosa... Già il primo giorno di scuola ero uscita a pranzare con alcuni dei miei nuovi compagni. Nella vecchia scuola, in 4 anni non ero mai uscita con nessuno, e qui, il primo giorno, mi ritrovo al Mc con dei nuovi amici. Da non crederci. 
Basta fingere un sorriso e piaci alla gente, devo annotarlo.

Ma sto già rovinando tutto. Cazzo, cazzo, cazzo. Perché lo faccio maledizione? Dio, perché amo rovinarmi la vita?
Sono a casa da tanto, tanto, tempo. Sono ammalata, non voglio tornare a lezione. Ammalata tra virgolette. Fingo di stare male per non dover tornare a scuola. È come se volessi rimanermene chiusa in questa dannata stanza per tutta la vita. Ho paura, non so di che cosa. Le cose stavano andando così bene… Piacevo ai professori e ai miei compagni, perché sto cercando di nuovo di isolarmi? Non lo so, non lo so perché lo faccio. Ora sono indietrissimo con le verifiche, e non sento i miei compagni dalla settimana scorsa.
Vorrei solamente avere qualche amico, ma cerco a livello inconscio la solitudine.
Non mi capisco.



5 commenti:

  1. Ti seguo anche io, cellulare down permettendo (per ora) :P Mh...inconscio autolesionismo? Brutta bestia l'autoboicottaggio, direi che io sono esperta e credo che l'unica motivazione plausibile al mondo sia un'inconscia scarsa autostima che ci porta a distruggere le cose che ci fanno stare bene. Giuro che io stento tutt'ora a crederci, perché a parole e razionalmente io penso di meritarmi tutto dalla vita e spesso anche di peccare di troppa autostima, figurati...ma l'unica spiegazione può essere quella è l'inconscio è un bastardo. Posso solo consigliarti di rifletterci su, perché non ho soluzione a questa situazione, purtroppo (e se da poco sembro aver smesso di renarmi contro dev'essere solo una casualità, perché niente è cambiato in me o nella mia vita!). Finché sei in tempo, togliti il peso di questa fuga che se prolungata diventerà asfissiante: torna a lezione! Ancora nulla è perso, nemmeno l'idea dei professori che si sa dipendere quasi sempre e solo dalla prima impressione, che per te è stata positiva. Sul serio, fallo e vedrai che tornerai a casa felice, sorriderai, parlerai e sarai di nuovo "nel gioco". Piuttosto costringiti, ma torna! Un abbraccio.

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  2. occavoli mi sembra di sentir parlare me!
    anch'io ho sempre tenuto una netta separazione tra scuola e vita sociale, mi isolo ben volentieri.. e ogni tanto mi sono sforzata di fingere sorrisi e calore, ma poi ricado nel mio buio e faccio assenze, mi fingo malata.
    Anche se in realtà un gran male dentro lo abbiamo. Ma sappiamo bene che non finirà mai del tutto, aspettare a tornare a scuola è inutile.
    Oggi ho parlato di questo col mio migliore amico (l'unica persona che sa tutto ciò) perchè sto facendo tante assenze, ti capisco fin troppo bene!
    Un abbraccio!

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  3. Io ti capisco. Non razionalmente ma per istinto. Ho perso un anno con la media del 9 perchè ero sprofondata troppo nelle mie psicosi. So cosa vuol dire...ed è quello contro cui bisogna combattere ogni mattina per alzarsi dal letto, combattere contro quell'ansia di dover andare a nascondersi, di aver detto qualcosa di troppo. Di voler essere invisibile e al tempo stesso rodersi il fegato per esserlo. per non farsi prendere in considerazione. Quella fiamma, quel non detto, quel sapore di bruciato che per qualcuno culmina in ossa, in cibo, in vomito, in giornate passate a letto a cercare di darsi un verso. Forse come detto non è l'ideale...ma "l'appetito vien mangiando". Lo stare in mezzo agli altri, la voglia di esserci nella vita, viene solo vivendola e obbligandosi. Altrimenti non si può che annegare...purtroppo.

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  4. A volte bisogna solo affrontare il primo giorno di rientro, farsi forza per quella volta e poi basta. Se ti trovi bene lì allora nel giro di poche ore ti accorgerai che ti fa piacere stare in quella classe e il giorno dopo ci andrai senza sforzo. Il primo giorno è il più tremendo, spesso è così. Ma poi va meglio, fatti coraggio.

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  5. Io ti capisco. Mi è successo lo stesso in un periodo della mia vita, quando andavo in una scuola che odiavo.

    Mi rinchiudevo nella mia stanza e inventavo tutte le scuse possibili per non andare a scuola, più i giorni passavno peggio era perchè rimanevo indietro e più grande si faceva la mia paura. Un giorno decido d tornare a scuola: era molto meglio di come la ricordavo e mi ero immaginata il rientro.

    Certo continuavo ad odiarla, infatti cambiai scuola di nuovo.
    Adesso che sono all'uni le cose sono un po' diverse, ma spesso ricado in questi attacchi di "fuga", anzi diciamo che sono tentativi visto che alla fine sei costretta ad affrontarli i problemi.

    PS: ti seguo <3

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